Con il termine NEET si indicano i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano, non studiano e non ricevono una formazione professionale. Il nome trae origine dall’acronimo inglese per Not in Education, Employment or Training. La percentuale di coloro che si trovano in questa situazione è considerato un indicatore di un disagio sociale. Per questo, in molti paesi si adottano politiche per ridurre questo numero. I dati forniti dall’Organizzazione per l’Organizzazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) e riferiti ai paesi più sviluppati, sono poco confortanti per l’Italia: nel 2020 (ultimo dato disponibile) la percentuale di neet è infatti 19,1%. Solo il Messico ha un dato maggiore con 19,5%. Inoltre tra il 2004 e il 2020 in Italia i neet sono aumentati: da 17,7% a 19,1%. Nello stesso periodo Israele è passato da 33,0% a 13,1%. Tra i grandi paesi europei, solo la Spagna ha avuto un incremento tra il 2004 e il 2020 passando da 12,3% a 14,8%.
Per rappresentare questi dati ho usato una slope chart (grafico a pendenza) nel quale la linea ha uno spessore proporzionale alla variazione tra i due periodi considerati.